Decreti e Coronavirus...sigarette elettroniche comparate alle bionde?!?!?

Stiamo vivendo una tragedia inimmaginabile. Chi avrebbe mai pensato che ci saremmo ridotti a stare chiusi in casa, lontani da affetti, amici, familiari, per colpa di un nemico invisibile, un virus in grado di determinare stadi gravissimi di malattie polmonari e morte.

Da nord a sud le abitudini degli italiani sono cambiate radicalmente: non è più possibile andare in palestra, al parco, nei locali o nei pub, e in alcuni casi, la maggior parte, non si può andare a lavoro. Si deve stare in casa, chiusi, sperando che questo dannato virus non vi entri.

Il governo ha elencato le uniche attività che possono offrire servizi alla comunità: in primo luogo ospedali e supermercati, seguiti dai servizi indispensabili alla cittadinanza, come banche, edicole, uffici postali.

Il vizio del fumo, con stupore di molti, rientra fra queste attività; con tutta probabilità il legislatore riconosce al fumatore la forte dipendenza a cui è soggetto. Fra le attività ritenute indispensabili ritroviamo dunque rivendite di tabacchi e negozi specializzati di sigarette elettroniche!

Ebbene sì, il nostro governo, seppur in uno scenario come quello che stiamo vivendo, ha di fatto ammesso che gli strumenti alternativi al fumo sono "indispensabili" per il cittadino tanto quanto i tabacchi. Si riconosce finalmente che il popolo dei vapers ha delle esigenze paragonabili a quelle dei tabagisti, ed è importante tutelare quanti hanno scelto strumenti a rischio ridotto garantendo l’importante servizio degli shop di sigarette elettroniche.

In un momento tragico come quello che stiamo vivendo in questi giorni, questa piccola vittoria è un grande passo in avanti per la comunità degli svapatori ed offre una testimonianza importante che dà valore e forza a tutto il settore, da chi ha scelto di smettere di fumare a chi, col proprio lavoro, lo ha reso possibile. 

Che questo assunto sia terreno fertile per una grande crescita futura?