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Cronistoria di un prodotto fastidioso

Cronistoria di un prodotto fastidioso

Natale 2012, boom delle vendite!!! la sigaretta elettronica registra il maggior numero di incassi diventando il prodotto più venduto. Il mondo del fumo digitale attrae l’attenzione di oltre 7000 disoccupati italiani, gran parte di questi molto giovani, che decidono di investire tempo e risparmi in un prodotto dall’enorme impatto sociale. L’energia spesa nel nuovo settore, grazie anche al mercato libero, porta inevitabilmente all’enorme diversificazione dell’offerta ed alla ricerca di una innovazione capace in pochi mesi di promuovere la nostra nazione quale leader europea per tecnologia ed esportazione.Una boccata d’aria fresca in un momento di recessione che, come noto, ha paralizzato le famiglie italiane e penalizzato soprattutto l’occupazione giovanile.Per le strade c’è fermento ed un interesse che gli stessi rivenditori non si aspettavano; le sigarette elettroniche sono infatti l’efficace risposta ad uno dei problemi sociali più grandi, il tabagismo, disegnato da molti come il killer del nostro secolo. I dati sono impressionanti, si parla della principale causa di morte in Europa con 35000 decessi l’anno di solo cancro al polmone nella sola penisola italiana. Oltre ai benefici per la salute, c’è anche chi si converte per risparmiare, in quanto il prodotto sembra essere adatto a tutte le tasche.Il fenomeno viene osservato da molti attori, compresi tutti i contrari alla diffusione del prodotto: le lobby del tabacco e rivenditori di tradizionali prodotti da fumo vedono contrarsi l’utile dei loro esercizi, i farmacisti registrano una riduzione delle vendite di prodotti per smettere di fumare e non ultimo lo Stato, che perde l’utile derivante dalle accise.Un prodotto scomodo a molti centri di potere che, come purtroppo si è notato in seguito, hanno iniziato una campagna mediatica negativa, basata su inesattezze, al fine di disincentivare gli acquisti, creando un clima di incertezza e disinformazione.Gli effetti della negativa campagna mediatica, nata per tutelare gli interessi di pochi, si sono riversati immediatamente per le strade; si sente parlare di uno strumento pericoloso che potrebbe scoppiare, di cui non si conoscono meccanismi e composizioni dei liquidi, dannoso per la salute pubblica come e più delle sigarette tradizionali, capace di mettere acqua nei polmoni ecc.Inspiegabile come nel contempo detti centri di potere abbiano tentato di fare proprio un prodotto disegnato da loro stessi come dannoso; i farmacisti riconoscono il prodotto come farmaco e ne reclamano la vendita, i tabaccai si elevano ad esclusivisti nel commercio di prodotti contenenti nicotina rivendicando i propri diritti ecc. Fortuna vuole che il Parlamento Europeo riconosce identità univoca al prodotto, rigettando la proposta di regolamentare le e-cig come prodotti medicinali e stabilendo invece di commercializzarli come prodotti di libero consumo.

Mentre la popolazione, ovviamente, rimane inerte in attesa di novità in merito, gli operatori di settore guardano esterefatti il nuovo “gioco di ruolo” tutto italiano. Ci si rende conto che la salute dei cittadini non è una risorsa da preservare, ma un bene sul quale poter lucrare.Per nostra fortuna tutti gli attori di non diretto interesse economico spendono pareri favorevoli verso lo svapo; tra questi i maggiori oncologi e specialisti del mondo che di fatto vanificano i tentativi delle lobby di disincentivo agli acquisti. Per i consumatori si tratta di una “ritrovata speranza”, ma mentre si assiste ad un timido riavvicinarsi al prodotto ecco che il fantastico Stato garantista italiano posa la sua pesante mano: iniziano a delinearsi i caratteri di una maxi-tassa nata per ridare linfa alle casse erariali, ma che nel contempo opprime il settore decretandone a tavolino la morte certa. Gli stessi operatori di settore auspicano una regolamentazione, ma equiparare le e-cig alle normali sigarette è un enorme errore (tra l’altro completamente anticostituzionale) che porterà il prodotto ad essere anticoncorrenziale rispetto ai prodotti delle grandi aziende di tabacco. Il comparto ha infatti anche fornito valide proposte per le coperture dei 117 milioni di euro che lo Stato intende ottenere, senza però trovare alcun riscontro o sede di dialogo. Inoltre, la consapevolezza che il prodotto porterà nel medio/lungo termine al drastico calo delle spese sanitarie, dedicate alla cura di patologie fumo-correlate (addirittura di molto superiore alle quote derivanti da tassazione), pare non interessi ad un Governo costantemente alla ricerca di fondi “veloci” per tappare imperversanti buchi di bilancio, quote peraltro stimate attraverso conteggi approssimativi messi in discussione dal Governo stesso.Diverte (si fa per dire…) notare anche come non ci sia assolutamente consapevolezza del prodotto, in quanto oggetto della tassazione sono anche strumenti ed accessori come una semplice batteria litio o un semplice astuccio porta sigaretta, che vengono tassati al 58,5% solo perché destinati a tale uso; praticamente sarebbe come tassare una semplice custodia per pipa!La salute diventa un Monopolio di Stato caratterizzato da un pasticcio burocratico senza precedenti: la bozza del decreto viene subito assorbita dall’AAMS prima ancora di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto Ministeriale atteso nel mese di ottobre con i dettagli circa l’iter da seguire per rimanere in regola arriva solo a dicembre, per una legge che dovrebbe entrare in vigore a 12 giorni lavorativi dalla pubblicazione a dispetto dell’iter la cui stima dei tempi tecnici è di almeno 240 giorni…Nella sostanza, il far rientrare dalla finestra una regolamentazione che il Parlamento europeo aveva già legittimamente fatto uscire della porta getta il settore nel caos proprio nel periodo natalizio. L’imposta, che ricordiamo non essere stata introdotta a tutela della salute ma “ufficialmente” per rinviare ad ottobre l’aumento dell’iva, lascia dietro di sé dubbi ancora da chiarire in merito alla legittimità e all’attuabilità di queste norme. Gli effetti saranno disastrosi dal punto di vista occupazionale, dal punto di vista delle chiusure dei punti vendita (che pagano le tasse…), dal punto di vista del gettito statale che verrà disatteso, ma soprattutto dal punto di vista della salute pubblica che subisce le conseguenze della manovra fiscale.


Data la già preannunciata possibilità di rinvio e rimodulazione dell’imposta rimaniamo tutti in stand-by, anche se la sensazione è che dove non son riusciti disinformazione e divieti vari, riusciranno le calde ed amorevoli braccia dello Stato.

Pubblicato il 14/12/2013 da Cigarettexpress srl Curiosità e benessere 489

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