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Decreto svuota carceri - Tassa sparita, i dubbi restano

Decreto svuota carceri - Tassa sparita, i dubbi restano

Incredibile ma vero, la tassa sulle e-cig sembra essere uno degli argomenti all’ordine del giorno nelle nostre aule politiche al punto da essere stata presentata contemporaneamente ed in forma identica in ben due decreti legge differenti!
Nello specifico lo stesso articolo è stato inserito nel decreto legge 76 per le coperture del rinvio dell’Iva nonché nel nuovo decreto ‘svuota carceri’, in cui fortunatamente la voce è stata eliminata dal testo del documento.

La tassa nel decreto ‘svuota carceri’ è sparita, ma i dubbi restano!

Nel decreto legge 76 per le coperture del rinvio dell’IVA si parlava di un introito derivante da tassazione di oltre 100 milioni di euro mentre secondo la proposta per il decreto ‘svuota carceri’ di soli 35 milioni di euro necessari per evitare il taglio del personale carcerario.
I valori sensibilmente differenti ci indicano che non esiste una reale consapevolezza del mercato di questo settore e degli eventuali introiti di una possibile tassazione. Come tutti gli attori sanno bene, se la tassazione dovesse essere applicata comporterebbe la chiusura di quasi tutti i negozi specializzati, rendendo nulla l’operazione finanziaria tanto cara alla nostra classe politica che a quel punto dovrebbe rinunciare anche alle tasse dei negozi in attività ed affrontare il tema degli oltre diecimila nuovi disoccupati.

…e se di conti si tratta, che conti siano!

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 20% delle morti nei Paesi sviluppati deriva dal tabagismo ed è causa del 90-95% dei tumori polmonari, dell’80-85% delle bronchiti croniche ed enfisema polmonare e del 20-25% degli malanni cardiovascolari…praticamente un Olocausto da più di tre milioni di morti l’anno.
Ogni singolo malato di cancro al polmone costa alla Sanità pubblica italiana circa trentacinquemila euro l’anno e la sigaretta elettronica, come ha reso evidente con i suoi studi il Prof. Umberto Veronesi, può salvare circa trentamila utenze l’anno per un totale di più di un miliardo di euro. Analizzando l’alleggerimento dei soli costi sanitari sul cancro al polmone si generano numeri da capogiro, numeri che dovrebbero di per se far cadere ogni politica avversa al prodotto. L’accisa al 58,5% sulle sigarette tradizionali non si giustifica proprio nel recupero di tali costi sanitari che con la sigaretta elettronica si eliminano?

…ma il tabagismo non era il nemico da combattere?

Le sigarette elettroniche, che ricordiamo essere degli aerosol che nulla hanno a condividere con le sigarette tradizionali, offrono oggi una risposta efficiente contro il tabagismo senza dover ricorrere a terapie farmacologiche o psicologiche.
La tassazione al 58,5% non trova alcun fondamento e risulta essere assolutamente iniqua; comporterebbe gravi danni in termini di competitività del mercato italiano rispetto a quello estero nonché danni in termini di occupazione. Ad oggi, nonostante le ripetute richieste, non c’è ancora stato un tavolo di confronto con gli operatori di settore per discutere di una regolamentazione del comparto che gli stessi operatori seri si auspicano. Correre verso un’ulteriore tassa per gli italiani non è la soluzione.
Pubblicato il 29/07/2013 da Cigarettexpress srl Curiosità e benessere 491

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