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ISTITUTO BRUNO LEONI | Sigaretta elettronica, no alla tassazione

ISTITUTO BRUNO LEONI | Sigaretta elettronica, no alla tassazione

Come esprime in maniera chiara il “briefing paper” redatto dall’autorevole Istituto Bruno Leoni, non esistono giustificazioni per introdurre forme di tassazione sulla sigaretta elettronica. Il documento, presentato al convegno “La sigaretta elettronica: Perché privarsi di un’opportunità” tenutosi il 17/07 presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini“ (Sala degli Atti Parlamentari – Piazza della Minerva, 38 Roma), con le parole di Pietro Monsurrò spiega:
“Le sigarette elettroniche sono infatti normali prodotti commerciali per i quali, al momento, non sono noti costi sociali accertati rilevanti. Per tenere conto di eventuali rischi, nell’attesa di evidenze conclusive, si può immaginare una forma di tassazione molto moderata, che prenda a riferimento – per esempio – il contenuto di nicotina. È auspicabile quindi che sia i nuovi rivenditori che i tabaccai potranno vendere i nuovi prodotti: sarebbe del resto grave che, dati gli investimenti già effettuati da parte degli esercenti dei nuovi negozi di sigarette elettroniche, un arbitrario tratto di penna da parte del potere pubblico, magari su pressioni lobbistiche di alcune categorie di operatori economici, mandi questi esercizi commerciali a gambe per aria”.
Lo studio presentato non si ferma all’analisi del prodotto ed all’effettiva impossibilità tecnica di tassarlo per via della mancanza di effetti nocivi che giustifichino l’intervento fiscale come nel caso dei tabacchi lavorati, ma stima anche il business del tabacco, le flessioni derivanti dal contrabbando (che come noto incalza per via dell’eccessivo costo all’utente finale), ed infine delinea alcuni scenari d’imposizione, decisamente più moderati, in relazione alla sola nicotina ed in maniera proporzionale ai contenuti dei flaconi.

In merito al “decreto del Fare”, Pietro Monsurrò scrive:
“il mercato delle sigarette elettroniche con e senza nicotina sarà fortemente depresso, rimanendo attrattivo quasi esclusivamente per chi cerca di smettere, venendo a mancare l’incentivo di un minore costo. A parità di altre condizioni aumenterà quindi il fumo di sigarette normali (incluse quelle di contrabbando), e i posti di lavoro nell’indotto si ridurranno considerevolmente”.
Pubblicato il 05/08/2013 da Cigarettexpress srl Curiosità e benessere 557

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